Un presepe vivente che ha 43 anni ora in un libro
Nei 43 anni di vita, era infatti l’anno 1981 quando nasceva il presepe vivente dei Giocondi e di Luigi De Simone, sono arrivati già due libri, diverse apparizioni sui media nazionali e decine di articoli e commenti. Ma il terzo libro che Luigi De Simone, neuropsichiatra napoletano, ha dato alle stampe con le edizioni neomediaitalia è quasi un “testamento“: istruzioni d’uso, un diario di bordo lungo anni, il racconto di aneddoti, dettagli, testimonianze dirette e particolari di tutto quello che occorre per mettere e rimettere in piedi, magari per altri prossimi 43 anni, uno dei pochi presepi viventi d’Italia che, come quello di Greccio, nato 800 anni fa per opera di Francesco d’Assisi, vive la notte di Natale a Sant’Anastasia, in provincia di Napoli. Ecco “Come a Greccio” il libro formato pocket di Luigi De Simone che le edizioni neomediaitalia hanno deciso di pubblicare…
di veronica gervaso
Ha superato da un po’ di anni i suoi primi settanta. Una vita vocata alla fede fervida e cristiana, alle arti del teatro ma soprattutto alla sua professione di medico neuropsichiatra pur prestata costantemente alla politica locale in mezzo alla quale ha dovuto agire e, talvolta, farsi piacere inenarrabili ambiguità come solo la politica locale in tanti casi e stagioni porta con se. Inseguendo, lui, bellezza ed essenzialità che l’età più adulta fa vedere e mettere meglio a fuoco. Nel frattempo 58 anni fa Luigi De Simone fondava la compagnia dei Giocondi nata, come pure ebbe a dire, «per la necessità di riunire le persone su un progetto teatrale non fine a sé stesso». Dove «i testi nascevano in una sorta di laboratorio. E si discuteva di problematiche. E venivano fuori delle idee che poi traducevamo come messaggi. Un messaggio ad intra portato ad extra, perché nel teatro si trovano regole e valori, comunicazione emotiva, educazione». Poi ricordava le origini del “suo” presepe vivente quando «la Pro Loco di Madonna dell’Arco (frazione nota per il santuario che è nella sua città natale Sant’Anastasia, provincia di Napoli – n.d.r.) ci chiese un progetto per Natale e venne fuori questo presepe vivente sulla scia di quello di San Francesco. Doveva essere un poli-scenico, cominciare a piazza Cattaneo e arrivare a Madonna dell’Arco ma non fu possibile, lo mettemmo in scena in sequenza temporale. Nacque così il primo presepe, poi passarono alcuni anni e su sollecitazione del padre superiore di Sant’Antonio provammo a realizzarlo in quel borgo dove ancora oggi si tiene».
Sono passati 43 anni da quegli inizi, due libri già scritti sullo stesso argomento, decine di figuranti coinvolti durante questi anni eppure, nonostante gli anni, gli acciacchi dell’età e il cambio di generazioni, a non passare è stato l’entusiasmo e la disponibilità a dedicare giorni, risorse e fatiche (che non sono affatto poche) ad un presepe vivente che resta ancora uno dei pochi in Italia a far rivivere la “magia” della natività di Gesù Bambino in quella stessa notte di Natale dove tutto accadde e dove le strade del borgo natio, il quartiere Sant’Antonio della sua Sant’Anastasia che ha visto la nascita di Luigi De Simone, si immerge in un’atmosfera intensa e suggestiva. «Avevamo allestito delle scene, c’erano le torce, la paglia, i costumi. La gente di ritorno dal cenone di Natale scese in strada e si ritrovò come in una fiaba. Fu un successo, arrivò l’entusiasmo. Ricordo che una persona alla quale ho voluto molto bene, Luigi Maione, mi disse: “Questa cosa devi farla per sempre, ti aiuteremo”. Da allora non so, avremo messo su centinaia di recite se contiamo le trasferte in altre città, avuto con noi oltre quattromila figuranti». Il numero è provvisorio se si considera gli altri anni che sono passati da quando Luigi De Simone riannodava, come fa anno dopo anno, le origini del suo presepe che cambia pur restando sempre lo stesso.
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Così, dopo i “primi” 43 anni di vita Luigi De Simone ha messo su carta il suo “Come a Greccio” 120 pagine format pocket a cui le edizioni neomediaitalia hanno voluto dare la migliore veste grafica, le belle foto di Salvatore Giordano anch’egli anima del presepe vivente e vesuviano di Luigi De Simone. E poi una carta grammata d’alto spessore ed ogni attenzione affinché questo “testamento” a cui lo scrittore Luigi De Simone ha pensato quando ha messo mano al manoscritto potesse arrivare nel migliore dei modi ai suoi destinatari. In quarta di copertina la “missione” del nuovo libro di Luigi De Simone è chiara. Questo libro – si legge – è un «diario di bordo». Una raccolta di «fioretti» che «documenta» come e in quali luoghi, con quali fatiche e a che costo/i il presepe vivente de «i Giocondi» e di Luigi De Simone, nacque 43 anni fa e da allora riesce a catalizzare il sogno, la fede e l’immaginazione di intere generazioni. Madri, padri, figli, fratelli e sorelle, bambini e tante altre «forme» di esseri viventi che danno vita a ciò che è stato uno dei primi presepi viventi nati in Italia capace di ispirare e di essere «imitato» a iosa come quello vesuviano di Luigi De Simone ha voluto imitare il presepe di Greccio a cui Francesco d’Assisi, esattamente otto secoli fa, volle lì dargli forma e sostanza. Per la prima volta Luigi De Simone racconta – il «dietro le quinte» riannodando dettagli, difficoltà, entusiasmi e fatiche, aneddoti e particolari che ogni anno rendono possibile una magia di arte e di fede, spiritualità ed emozioni da quel di Sant’Anastasia, in provincia di Napoli fino a tutti gli altri luoghi, Betlemme compresa, dove il presepe vivente de «i Giocondi» guidati da Luigi De Simone è arrivato in questi anni. Infine, come segue, il racconto in cortometraggio del suo stesso libro a cui, come di solito, le edizioni neomediaitalia chiedono ai loro Autori di fare. Eccolo…
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